Verza  (31' 1° t.)   | |
 Verza x Simeoni (26' 1° t.)  Duria M. x Linassi (1' 2° t.)  Not x Valente (24' 2° t.) |  Meteo: sereno, 25 °C  Spettatori: 30 ca.  Terreno di gioco: molto buono |
Con una prestazione tutta cuore e grinta il Celtic espugna la tana dei campioni in carica dell'Ibligine, dopo un match tirato che ha visto i biancoverdi calcare per la prima volta lo stupendo palcoscenico del "Campo dei pini". La gara, inserita fra gli incontri di cartello del terzo turno, non ha tradito le attese. Si è trattato di una sfida ben interpretata da entrambe le compagini ed animata da un sano agonismo che l'ha resa a tratti ruvida ma non cattiva, condita dalle immancabili proteste per alcune decisioni arbitrali discutibili ma che fanno parte del gioco. La matricola chiusafortina si presenta all'importante appuntamento priva di alcuni dei protagonisti che avevano contribuito alla bella prova offerta contro il Real Tolmezzo, ma ciò non sembra causare preoccupazioni a mister Fabris, che sale a Villa Santina con un organico competitivo e numericamente ampio. Organico che in virtù dei risultati fino ad ora conseguiti rimette in discussione il concetto di "titolare" e "riserva": chiunque venga chiamato in causa dà sempre il massimo, dimostrando valori tecnici, entusiasmo ed attaccamento alla maglia, ingredienti fondamentali per mettere in difficoltà l'allenatore nelle sue scelte e cementare un gruppo capace di trasformarsi in squadra. Fabris, per la seconda trasferta stagionale, riconferma in blocco il reparto difensivo che ben si era comportata nel precedente turno. Spazio dunque a Baron fra i pali, con Vanone e Filippi a svolgere i compiti di marcatura, mentre Ambrosino si colloca nella consueta posizione di centrale. "Ringhio" vidoni occupa la zona a ridosso dei centrocampisti centrali Duria R. e Valente, Zuliani si sistema sulla fascia sinistra lasciando al rientrante Simeoni il comando delle operazioni sulla corsia destra. Davanti tecnica e potenza concentrate nelle giocate di Budimirovic e nelle incursioni di Linassi. Fischio d'inizio del sig. Candoni e Celtic che come sette giorni fa parte meglio dell'avversario. Non c'è però in questo caso una vera e propria fase di studio, le squadre si affrontano a viso aperto ed il maggior ritmo imposto alla gara dagli ospiti consente loro frequenti fiammate dalle parti di Damiani. Il centrocampo biancoverde supporta i vari tentativi di scardinare la difesa dell'Ibligine, ma la squadra di casa si dimostra solida, tignosa e determinata nel non concedere la gioia del vantaggio ai nostri. Diverse le situazioni non sfruttate da Budimirovic e Linassi, abili a scattare in profondità o sul filo del fuorigioco ma impossibilitati nello stesso tempo a concludere a rete per merito di provvidenziali salvataggi della retroguardia avversaria o, a volte, per l'imprecisione del passaggio finale che permetteva alla sfera di divenire docile preda del portiere gialloblù. Ma ciò che conforta è la volontà di creare e cercare il gioco, unita al dinamismo di una mediana capace di recuperare e proporre, il tutto racchiuso nelle ottime prestazioni di Vidoni e Duria R. e, più in generale, di tutto il reparto. Da registrare al 26' del primo tempo un aggiustamento tattico, vale a dire la sostituzione di Simeoni con Verza. Paradossalmente, l'eccessiva determinazione e l'esagerata voglia di fare hanno impedito al buon Max di esprimersi sui suoi soliti livelli, spingendo mister Fabris ad operare un cambio prematuro atto a preservare un'intensità ed una precisione di gioco importanti anche sul lato destro, che pareva la zona di campo maggiormente esposta agli spunti offensivi degli scudettati avversari. Da quel lato infatti sono sorti i maggiori problemi, ma un coriaceo Filippi ed un sempre vigile Vanone hanno annullato i bellicosi propositi dei due tecnici e veloci attaccanti locali. A cercare il pelo nell'uovo un movimento errato della retroguardia si traduce a metà del primo tempo in una non perfetta interpretazione del fuorigioco, ma Ambrosino recupera opponendosi nei pressi della lunetta alla conclusione di Valent. Il Celtic risponde al pericolo scampato con Budimirovic, autore di un insidioso tiro-cross che termina sfortunatamente la sua corsa sul palo. Occasione fallita, ma momento propizio a far cadere le difese gialloblu. Il forcing attuato con insistenza porta i frutti sperati al 31', quando una palla giocata all'altezza della tre quarti di destra viene smistata su Budimirovic. Rapido sguardo in area e filtrante per Linassi che a sua volta scarica sull'accorrente Verza, da poco entrato. Conclusione non forte ma ben indirizzata e leggermente deviata da un difensore per quella che sarà l'unica e decisiva marcatura dell'incontro. I pochi minuti rimanenti scivolano via con l'Ibligine impegnata a rimontare subito lo svantaggio, ma con il Celtic che si fa ancora preferire pur non riuscendo ad incrementare il proprio score a causa di due conclusioni da dimenticare delle sue punte. Si va così negli spogliatoi con il parziale di 0-1, ma consci che ci sarà da lottare e soffrire fino alla fine per uscire da Villa con un risultato positivo. Mai previsione fu più azzeccata. La ripresa registra una sostituzione nelle file celtiche: Linassi cede il posto a Duria M., un cambio che non modifica l'assetto tattico di una squadra che mantenendo i due attaccanti intende continuare ad impensierire la difesa avversaria. E l'inizio di secondo tempo infatti è promettente, i biancoverdi riprendono da dove avevano terminato, ma la benzina comincia gradualmente a scarseggiare e così il centrocampo non garantisce più le due fasi in maniera costante. Il baricentro ospite arretra leggermente col trascorrere dei minuti e la partita da offensiva si trasforma in un'operazione di contenimento che non preclude affatto alcune iniziative di contropiede, affidate all'inventiva di Budimirovic e all'estro di Duria M., oggi apparso meno dinamico sui ripiegamenti a protezione del risultato. E l'Ibligine? L'Ibligine giustamente ci crede, guadagna metri, si affaccia dalle parti di Baron sfiorando il palo su corner, ma escludendo questo episodio riuscirà ad impensierire il numero uno celtico solamente grazie a dei calci da fermo. Saranno diverse infatti le punizioni conquistate dagli avversari, che con un'organizzazione di gioco a tratti approssimativa ma di buona intensità tentano l'affondo privilegiando le vie laterali. La difesa celtica però regge, anche grazie all'aiuto di un Zuliani in grande condizione, e come detto non concede azioni degne di nota chiudendo con le buone e a volte con le cattive anche qualche pericoloso inserimento centrale. La reazione biancoverde si riassume in alcune azioni di rimessa non finalizzate per imprecisione o fuorigioco, anche se in un caso Not, subentrato a Valente, sembrava trovarsi in posizione regolare. Di ben altra entità sarà invece il malumore dei locali a causa di un fallo di mano avvenuto all'interno dell'area celtica e non sanzionato dal direttore di gara. Un episodio che scalderà gli animi infervorando il lungo finale (ben 6 i minuti di recupero!), quando l'Ibligine tenterà il tutto per tutto affidando le proprie ambizioni di rimonta a tre calci piazzati dal limite. La scarsa vena balistica dei suoi elementi partorirà però (e per fortuna) conclusioni sempre distanti dallo specchio difeso da un ottimo Baron. E quando anche l'ultimo calcio piazzato che per molti avrebbe avuto l'amaro sapore della beffa sfuma sul fondo, l'arbitro non può che sancire la fine delle ostilità con il triplice fischio, che scatena allo stesso tempo la gioia liberatoria del team biancoverde (oggi però in arancio-nero "by La Cocotte"). La festa negli spogliatoi e la grande soddisfazione per quella che possiamo archiviare come una piccola impresa da ricordare nella storia del Celtic Sclûse sono più che legittime. Il dopopartita, inoltre, ha confermato come i giocatori e la dirigenza dell'Ibligine siano campioni anche fuori dal campo, grazie ad un'ottima pasta e ad un clima disteso nel quale si sono ripercorsi davanti ad una (...) birra i momenti più importanti dell'incontro, esponendo pareri e idee a volte discordanti con la massima civiltà. L'ospitalità sarà ovviamente ricambiata, ma non c'erano dubbi in merito visto che anche a Chiusaforte il dopopartita è oramai diventato un marchio di fabbrica. Che conclusioni trarre alla fine di questa cronaca? Ci rifacciamo alle parole di Fabris e alle sensazioni dei suoi giocatori: tutti concordi nel riconoscere l'ottima posizione in classifica, ma consci una volta in più di quanto sia difficile mantenersi a certi livelli in una categoria di qualità come l'Eccellenza. I pensieri poco dopo la fine del match erano già proiettati al derby di vallata che si giocherà venerdì a Malborghetto. Sarà per certi versi una sfida ancor più impegnativa di quelle lasciate alle spalle, contro un team solido che annovera giocatori importanti e capaci di mettere in difficoltà chiunque. Mai come in questo caso la loro classifica è bugiarda, Fabris lo sa e siamo certi che prenderà tutte le precauzioni del caso. |
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